Cento anni fa, esattamente l’11 marzo 1924, nasceva Franco Basaglia, lo psichiatra e neurologo ispiratore della Legge 180 del 1978 che decretò la chiusura dei manicomi in Italia e di cui è figlio l’attuale ordinamento socio-sanitario per la cura e l’assistenza dei malati psichiatrici.
Si può dunque dire che anche la Residenza Socio Sanitaria Psichiatrica di Villa Serena sia figlia di quella riforma, che prevedeva per i malati di mente non più il confinamento e l’emarginazione in strutture chiuse, come erano, appunto, i manicomi, ma il mantenimento o la possibilità, per loro, di riallacciare i rapporti con il mondo esterno, anche attraverso l’apertura fisica e simbolica delle porte delle strutture in cui sono seguiti.
Quella di Villa Serena, aperta nel 2019, è al momento l’unica Residenza Socio Sanitaria Psichiatrica attiva nel territorio dell’Ulss 8 Berica. Il dott. Davide Maggiolo, direttore dell’U.O.C. Psichiatria 2 dell’azienda sanitaria vicentina, vi presta servizio 6 ore a settimana per monitorare lo stato di salute dei 20 ospiti, stabilire gli interventi farmacologici e varare i progetti individualizzati in collaborazione con la psicologa e l’educatrice impegnate nella residenza.
Dott. Maggiolo, com’è cambiato, da Basaglia in poi, l’approccio alla cura dei malati psichiatrici?
“Dopo la chiusura dei manicomi vi è stato un forte investimento sulla psichiatria territoriale. Si era infatti capito che la malattia mentale non doveva più essere isolata o addirittura reclusa, senza alcuna prospettiva riabilitativa. Sono dunque nati i Centri di Salute Mentale per l’assistenza specialistica e multidisciplinare e, successivamente, le strutture riabilitative diurne o residenziali”.
Un cambio di prospettiva, quindi…
“Esattamente. Oggi un malato non entra più in una struttura con la prospettiva di non uscirne più, come avveniva invece in passato. Oggi il malato affronta invece un percorso che ha lo scopo di allenare e sviluppare il grado residuo di autonomia, in modo che possa tornare a vivere una quotidianità il più possibile, appunto, autonoma. Qui a Lonigo, i pazienti vivono in un contesto che mantiene la stimolazione, grazie al lavoro della psicologa e dell’educatrice. Per alcuni di loro è anche prevista l’uscita in autonomia, per fare ad esempio passeggiate alcune commissioni in centro. Senza contare le uscite di gruppo che vengono organizzate regolarmente”.
Qual è, quindi, lo scopo della Residenza Socio Sanitaria Psichiatrica?
“Essa si dedica al mantenimento delle abilità delle persone malate. Persone che, al momento dell’ingresso, non sarebbero in grado di vivere da sole, in quanto affette da problemi che necessitano di un’assistenza a medio e lungo termine. La RSSP ha prevalenti finalità assistenziali per persone con patologie croniche bisognose di lungoassistenza”.
Chi sono gli ospiti della RSSS di Villa Serena?
“Sono persone che hanno alle spalle almeno dieci anni di esperienze residenziali e che hanno un’età media che si avvicina ai 65 anni. Per molti di loro, proprio a causa dell’età avanzata, l’evoluzione dell’ospitalità è verso la Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani o il nucleo psicogeriatrico”.
Quali sono i disturbi più frequenti tra gli ospiti?
“La maggior parte di loro soffre di gravi disturbi psicotici e dell’umore. Per alcuni utenti over 65 e oltre a tali disturbi si somma un iniziale decadimento cognitivo dovuto all’avanzare dell’età. Un quadro clinico, quindi, molto complesso, che necessita di cure a assistenza adeguate, ma sempre in un’ottica di mantenimento delle abilità personali residue e di stimolazione del funzionamento sociale e relazionale. Ed è ciò per cui il personale di Villa Serena è quotidianamente impegnato”.