Anna Ester Frizzo, Valter Portinari e Luigi Lago sono i medici dell’Ipab Villa Serena di Lonigo. Sono loro che si occupano del monitoraggio della salute di tutti gli ospiti e che stabiliscono le cure a loro più adeguate. D’altronde, spiegano, “oramai una casa di riposo può essere definita a tutti gli effetti come un reparto ospedaliero di lungodegenza”.
“Un tempo – afferma la dott.ssa Frizzo – le case di riposo ospitavano persone che erano più autosufficienti, ma che magari erano rimaste sole. Erano, insomma, soprattutto un luogo in cui avere compagnia piuttosto che un luogo ad alta intensità di cura, come invece avviene da qualche anno a questa parte”.
“Molti dei nostri ospiti arrivano direttamente dagli ospedali, che sono diventati quasi esclusivamente per la cura delle acuzie – aggiunge il dott. Portinari –. Le residenze post acuzie, seppur presenti sul territorio, non riescono ad intercettare tutti gli utenti che ne dovrebbero usufruire e così gran parte di questi anziani con pluripatologie viene accolta nelle case di riposo. Per quest’ultime, compresa la nostra, è quindi un impegno notevole, sia da parte di noi medici sia da parte degli infermieri, anche perché non disponiamo delle medesime attrezzature di cui dispongono gli ospedali”.
Se volessimo scattare una fotografia della composizione degli ospiti, occorre dire che la stragrande maggioranza ha superato gli 80 anni. Ci sono poi persone under 70 che sono affette da patologie gravi, come tumori o Alzheimer.
“Le demenze sono preponderanti – sottolineano i medici –, ma non dobbiamo dimenticare le malattie cardiovascolari, respiratorie, renali, scheletriche o, appunto, oncologiche. E, in diversi casi, si assiste alla compresenza di una o più di queste patologie. Vi sono poi anche i disagi psichici, per i quali lavoriamo in stretta collaborazione con la psicologa presente in struttura”.
Ma allora, come mantenere, nella terza età, uno stato di salute che non comprometta l’autosufficienza? “I consigli sono questi – suggerisce il dott. Lago –: una moderata attività fisica, una dieta corretta e il mantenimento dell’attività mentale, attraverso le stimolazioni cognitive e la socialità. L’isolamento, se si dovesse rimanere soli, non è la strada da seguire se si vogliono conservare mente e fisico in un buono stato di salute”.