Per i futuri ospiti e le loro famiglie sono il primo punto di contatto con Villa Serena. Francesca Dalla Benetta e Giuditta Perizzolo sono le assistenti sociali della struttura. Tra i loro vari compiti vi è infatti la gestione degli ingressi, che spesso sono preceduti da attività di segretariato sociale. Vale a dire che è primariamente a loro che si rivolgono le persone per chiedere informazioni e supporto su modalità e possibilità di accesso.
Prima e dopo l’ingresso
“L’ingresso in Centro Servizi, che si tratti di accoglienza residenziale, centro diurno o in regime di temporaneità – spiegano –, è una progettualità valutata a livello territoriale dall’unità operativa distrettuale, composta prevalentemente dall’assistente sociale del Comune di residenza, che si occupa della valutazione sociale, dal medico di base per ciò che riguarda la valutazione sanitaria e dall’infermiere del distretto per la valutazione cognitivo-funzionale. Noi ci occupiamo di consultare le graduatorie e di contattare le famiglie quando c’è la possibilità di accogliere nuovi ospiti. È per tale motivo che siamo il primo punto di contatto con loro: raccogliamo la documentazione necessaria, illustriamo la struttura e i vari servizi offerti e forniamo a tutte le figure professionali interne le informazioni per accogliere al meglio i nuovi arrivati. Ma ascoltiamo e accogliamo anche le paure e le preoccupazioni che, legittimamente, spesso insorgono. Siamo, insomma, la prima occasione di confronto, sia prima sia durante la permanenza in Villa Serena”.
“Ad ingresso avvenuto – continuano –, seguiamo la rivalutazione periodica delle persone accolte, interfacciandoci, se utile, con l’assistente sociale del Comune di provenienza, e curiamo le progettualità individuali in équipe con gli altri componenti dell’Unità Operativa Interna, vale a dire medico di base, coordinatrice socio sanitaria, logopedista, fisioterapista, psicologa, educatrice e operatore socio sanitario del reparto in cui l’ospite risiede. Tutti insieme valutiamo le condizioni dell’anziano e le strategie per migliorare la sua permanenza in struttura, avendo ben chiaro l’obiettivo primario: il suo benessere”.
I tempi che cambiano
Con l’aumento dell’età media della popolazione, correlata spesso all’insorgere di patologie anche di lunga durata, è automatico che ci siano molte persone in lista di attesa per entrare in casa di riposo. “Le liste sono in effetti piuttosto lunghe, a fronte di un numero di contributi regionali che fatica a soddisfare tutte le domande di ingresso in regime di convenzione – sottolineano Dalla Benetta e Perizzolo –. Inoltre, nel tempo le modalità di accesso sono cambiate. Se prima la nostra RSA afferiva all’Ulss 5 Ovest Vicentino e quindi ad una graduatoria a sé stante, ora, con la fusione con l’ex Ulss 6 e la conseguente nascita dell’Ulss 8 Berica, si è venuta a creare una graduatoria unica, che copre un territorio molto più vasto. C’è però da dire che il turn over è piuttosto elevato, soprattutto perché arrivano persone sempre più gravi dal punto di vista sanitario le quali, purtroppo, rimangono con noi relativamente per poco tempo”.
Il ruolo di facilitatrici
Che sia lungo o breve, le assistenti sociali accompagnano l’ospite e i familiari per il periodo della permanenza in struttura. “Oltre all’ingresso e alla definizione delle progettualità individuali, forniamo supporto ai familiari per tutta la durata dell’ospitalità. Per esempio, nello svolgimento delle pratiche per invalidità, contributi economici, protesi e ausili o fornendo informazioni e supporto nei ricorsi per la nomina di amministratori di sostegno. Insomma, ricopriamo anche il ruolo di facilitatrici per tutto ciò che può essere di aiuto e sollievo per le famiglie”.