Tre compiti diversi, per tre diverse tipologie di ospiti. Samira Martorana, Erika Pàntano e Stefania Fratta sono le educatrici di Villa Serena. Samira e Erika hanno alle spalle una formazione pedagogica, mentre quella di Stefania è più di tipo sanitario-riabilitativo. Ed è proprio sulla base delle loro competenze che, all’interno della struttura, svolgono il loro lavoro con obiettivi e metodologie distinti.
Samira e gli ospiti più autonomi
“Lavoro con una cinquantina di ospiti con capacità che permettono loro di affrontare ancora attività socializzanti – racconta Samira Martorana –. In tutte quelle che proponiamo loro, cerchiamo di ricreare un senso di comunità e di paese perché, soprattutto se entrati in struttura da poco, provengono da situazioni di grande solitudine. Ecco, dunque, che al mattino si effettuano attività di stimolazione cognitiva, come la lettura del giornale, ‘turisti per caso’, il racconto della vita dei santi o delle tradizioni, mentre al pomeriggio ci si concentra sulle attività ludico motorie, come il gioco delle bocce, la musica o il ballo. Soprattutto per le attività cognitive ci avvaliamo di strumenti tecnologici, come la lavagna elettronica. Il lavoro, inoltre, è a stretto contatto con la psicologa, che mi aiuta nel seguire chi ha bisogno di un intervento singolo”.
Erika e gli ospiti del nucleo Alzheimer
Gli interventi singoli o in piccoli gruppi sono, invece, una delle caratteristiche del lavoro di Erika Pàntano, impegnata con una ventina di ospiti del nucleo Alzheimer, altrimenti detto Nucleo Ciliegio. “Viene definito un nucleo protesico – spiega Erika – perché funge da protesi, partendo dalla conformazione degli ambienti, per chi ha un forte decadimento cognitivo e, di conseguenza, disturbi del comportamento e nella comunicazione. Sono ospiti che hanno autonomie molto limitate dal punto di vista sia fisico sia cognitivo. Con loro, quindi, non si lavora per creare un senso di comunità, come avviene invece nel gruppo di Samira, ma un senso di casa e di familiarità, soprattutto attraverso interventi personalizzati che esaltano la memoria procedurale. Se si entra nel Nucleo Ciliegio, non è raro vedere gli ospiti preparare la macchinetta del caffè, pulire il pavimento, innaffiare le piante o, ancora, svolgere in piccoli gruppi attività di cucina. Si fa questo, appunto, per farli sentire il più possibile a casa e, quindi, protetti”.
Stefania e gli ospiti della Residenza Socio Sanitaria Psichiatrica
Stefania Fratta lavora con gli ospiti della Residenza Socio Sanitaria Psichiatrica. Si tratta di persone adulte, al di sotto dei 65 anni, con disturbi della sfera psichica. Per questo motivo, Stefania lavora in équipe con la psicologa psicoterapeuta e con il medico psichiatra. “Insieme sviluppiamo progetti individuali, con obiettivi quotidiani, che metto in pratica attraverso attività occupazionali che hanno lo scopo di gestire l’intera giornata – spiega Stefania –. Anche noi svolgiamo attività ludico-ricreative, come ad esempio l’ascolto della musica, ma parallelamente favoriamo l’inclusione di questi ospiti nel territorio, attraverso, ad esempio, uscite e la gestione dei contatti con i servizi esterni. Tutto questo allo scopo di mantenere e, in alcuni casi, potenziare le autonomie di ogni singolo ospite. Come accade anche per Erika e per Samira, anch’io, tra i vari strumenti, utilizzo l’applicazione ‘Sofia’ che, attraverso un tablet, offre ai nostri ospiti esercizi per allenare le funzioni cognitive, ossia memoria, attenzione, linguaggio e funzioni esecutive”.